Testo  di
Roberto Chessa
Il perfetto stato in cui il mare ha conservato il relitto e la presenza costante di correnti e acque torbide, rendono ancora più tetro l'ambiente. Il silenzio sottomarino rotto solo dalle bolle degli erogatori da spazio ai ricordi. Sembra di poter ancora sentire gli strazianti suoni degli ultimi attimi di agonia della nave e del suo equipaggio.
Adagiato su un immensa distesa sabbiosa a 33 mt. in perfetto assetto di navigazione il Kt, mancante del quarto anteriore di prua sembra voler continuare la sua corsa a completamento di quella missione mai portata a termine. Le lamiere, se si esclude la zona dello squarcio attorno alla stiva anteriore, sono integre e quasi prive di incrostazioni. La lontananza da zone rocciose e le continue correnti hanno fatto si che il relitto non si popolasse di speci stanziali lasciandolo ad esclusiva dimora di pochi gronghi e murene di discrete dimensioni, rilegando anche una grossa cernia a vivere isolata nella cabina di un camioncino sbalzato fuori bordo forse al momento dell'esplosione.
Tutt'altro discorso va fatto invece per la prua, localizzata recentemente a circa 200 mt. dal resto della nave. Avvolta per intero da una grande rete da strascico, è diventata un'oasi nel deserto popolata da una miriade di pesci pregiati. Nuvole di saraghi e qualche bel dentice, circondano il relitto che ospita al suo interno un immensa colonia di grosse corvine.
Le due immersioni, vista la distanza e la difficoltà di individuazione della prua, vanno condotte separatamente e come detto presentano scenari completamente diversi. Il grosso della nave non ha, al contrario della restante parte, alcun interesse biologico, ma il suo valore storico e lo stato di conservazione ne fanno un'immersione imperdibile. Purtroppo i saccheggi protratisi negli anni, da parte di subacquei poco attenti alla conservazione di simili bellezze, hanno spogliato il Kt della maggior parte dei suoi strumenti ed accessori. Di grande fascino è rimasto sulla poppa il cannoncino da 75 mm. ancora nella sua posizione originale, ora puntato verso la superficie, quasi a voler ancora difendere la sua nave dagli attacchi dei subacquei sprovveduti ed ineducati, rimasti l'unico nemico di questo tesoro sommerso.






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