Testo  di
Moreno Ceppatelli
Attualmente il relitto giace su di un fondale roccioso di 72 metri, quindi si tratta di un immersione notevolmente difficoltosa. La visibilità non è sempre accettabile causata da pulviscolo e corrente. Lo scafo è adagito sul lato dritto, con la parte poppiera completamente avvolta da reti da pesca, si riesce a vedere la forma delle due grosse eliche, ma lo strato di reti è talmente spesso che in quella zona non permettono l'apprezzamento di altri particolari. Al centro nave appare sulla fiancata di sinistra una grossa falla, probabile causa dell'affondamento, confermerebbe la tesi del siluro. Le strutture sovrastanti la falla sono completamente devastare e accartocciate su se stesse, si notato dove doveva trovarsi la timoneria, ora scoperta, due ripetitori per le motrici ed ad avvalorare il fatto che si tratti di una nave ex italiana, lo conferma una targhetta in alluminio applicata alla colonna del ripetitore con la scritta Ansaldo, mentre le diciture delle varie andature sono in tedesco. Anche un fanale, trovato nei pressi del relitto riporta la scritta in italiano coronamento.
Andando verso prora si nota l'arma principale, un cannone del calibro approssimativo di 100 mm, per ora non è stato possibile appurare altro per mancanza di tempo nelle avvenute immersioni, peraltro brevi a quella profondità.
A proravia dell'arma praticamente manca tutta la parte prodiera, forse persa durante l'attacco aereo o divelta da un precedente siluro che non riuscì però a causarne l'affondamento e richiedendo l'uso di una seconda arma.






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