Testo  di
Marco Pacini
Il relitto è rovesciato, si scende sul pedagno che è legato all'elica centrale.
E' consigliabile iniziare l'immesione tenendo il relitto sulla destra.
Bisogna fare attenzione alle reti, il relitto ne è pieno, portare una torcia.
Con il relitto a destra iniziamo l'immersione, immediatamente davanti a noi troviamo una grande apertura, causata dallo staccamento delle lamiere, dove si può entrare, con un ottimo assetto per non sollevare sospensione, e vedere chiaramente un grosso estintore e delle cinture di cuoio ancora conservate molto bene, il passaggio è ampio e non impegantivo se fatto con buona visibilità e in assetto. Si esce dalla parte opposta dove si raggiunge la profondità di 33 metri circa; se si torna di poco indietro con il relitto sulla sinistra si trova l'ancora, avvolta dalle reti, e di solito anche dei bellissimi nudibranchi colorati. Proseguendo con il relitto a destra possiamo illuminare nelle diverse fessure tra le lamiere e magari "disturbare" qualche gronco o cernietta. Arrivati n fondo al relitto, a circa 35 metri, la prua è sommersa dalla sabbia, torviamo un tappeto di bombe, proiettili, probabilmente era il carico, bombe di profondità, che si trovano anche nella parte inferiore del relitto ancora al loro posto, se ci infiliamo sotto le macerie, ma solo per i più esperti. Arrivati dall'altro lato del relitto ci sono un' infinità di fessure e di passaggi, per gli esperti, fino ad arrivare alla fessura iniziale.
Un ultimo giro intorno alle tre eliche e poi si può tornare in superficie.






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