Testo  di
Roberto Sozzani
Sul lato di babordo, rivolto verso la superficie, vicino a dove è fissata la cima che scende dalla boetta, c'è una grossa apertura rettangolare. Da li si accede al garage. Girando a sinistra ci sono le varie macchine. Fra queste una Toyota, al cui interno si possono vedere vari effetti personali, come vasetti di conserve e olio. Sparsi ovunque ci sono vari effetti personali, valige e molti tappeti (forse per le preghiere?). Purtroppo si vedono anche molte ossa. Fissate alla paratia
giacciono ancora molte valige e molti bagagli. Nella plancia manca il timone, ma tutti i vari leveraggi e strumentazioni sono a posto e intatti. Le ampie finestrature sono in parte ancora integre. Dai fumaioli non si riesce ad accedere alla sala macchine, perchè vi confluiscono più tubazioni di diametro ridotto. Dietro alla plancia ci sono varie aperture rettangolari (una volta erano finestrature). Da qui si accede alla cucina (guardando verso prua). Sono visibili pentole, vassoi oltre ai forni ed ai frigoriferi. Ci sono anche scorte di alimentari (pasta (marca Roma), caffè, stecche di sigarette (Cleopatra), cassette di bibite.
Sulla destra c'è il bancone di quello che era il bar. Si vedono dei vassoi in plastica, di quelli con gli scompartimenti, e cestini per il pane in plastica.
Girandosi di 180°, guardando verso poppa, si vede quella che era la sala
da pranzo. Alcuni tavoli sono ancora intatti, col montante, ancorato al pavimento, in posizione orizzontale, mentre il piano del tavolo è verticale. Di molti resta solo il montante. Sul fondo, a -30 metri, giacciono alla rinfusa le sedie, i pianali dei tavoli e anche qui, purtroppo, molte ossa.






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