Testo  di
Piero Mescalchin
Una eccessiva fiducia nella moderna tecnologia di navigazione, determinò, nel marzo del 1991, l'affondamento del mercantile EVDOKIA II, causato da una collisione nella nebbia, a circa 6 miglia da Chioggia.
Nonostante il radar di bordo, improvvisamente il PHILIPPOS, un vecchio cargo dell'Honduras, ne squarciò il fianco sinistro e in pochi istanti i 9 membri dell'equipaggio dovettero gettarsi nelle gelide acque. Fu poi lo stesso cargo che li recuperò.

Il mercantile, adagiatosi verticalmente su un fondale di 24 metri, costituiva un pericolo per la navigazione a causa delle sue strutture più alte che arrivavano quasi in superficie.
Dopo 3 mesi dall'affondamento già si notava l'azione ricoprente degli organismi marini. L'EVDOKIA II era salpata dal porto bulgaro di Burgas, nel Mar Nero, e stava navigando in direzione del porto di Venezia.
Trasportava 3.000 tonnellate di lamiere di ferro in coils.

Le sovrastrutture, quasi affioranti dopo l'affondamento, sono state smantellate e ora il punto meno profondo è situato a 12 metri. I serbatoi di carburante sono stati completamente aspirati per scongiurare un eventuale pericolo di inquinamento.






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