Le cause?
di
Roberto Chessa
Benché si tratti di un relitto relativamente giovane, il suo affondamento, o meglio il suo incagliamento risale appena al 1974, non è certamente privo di storia e racconti che ne descrivono la disgrazia in modo sicuramente fantasioso.
La sua presenza a poche centinaia di metri dalle note spiagge di Porto Taverna e dell’isola di tavolata, ha richiamato negli anni storie e leggende. A domandare “come ha fatto ad incagliarsi”, ci si è sempre sentiti dare le risposte più disparate.
La più frequente è quella ormai passata come causa ufficiale dell’incagliamento.
La Chrisso, nave da carico di circa 70 mt. battente bandiera cipriota salpava i nostri mari con le stive colme di sigarette di contrabbando. Un equipaggio poco esperto e sicuramente poco avezzo ai nostri mari, conduceva la propria nave all’interno dell’arcipelago dell’isola di Tavolata a ridosso di secche notoriamente pericolose.
Il comandante di una motovedetta della capitaneria di porto di Olbia accortosi del rischio corso dalla nave straniera, diede ordine di dirigere la propria unità incontro alla Chrisso per fermarla e scongiurare così il rischio di collisione contro i banchi rocciosi.
Ma le segnalazioni vennero interpretate dagli uomini della nave come intimazioni di fermo per controllo. Consci di quello che era il carico e dei rischi che avrebbero corso se fossero stati scoperti, abbandonarono il mercantile al proprio destino, calandosi in mare con le scialuppe e dirigendo le prue verso terra dove si sarebbero successivamente dileguati.
La nave in stato di totale abbandono subì l’onta dei vandali che la depredarono di ogni strumento e la deturparono incendiandone il ponte di comando, rendendo poco conveniente e ormai inutile il recupero.
Lasciata a marcire in balia degli agenti atmosferici, negli anni si è avvicinata ulteriormente alla costa, dove la violenza del mare l’ha spezzata in due tronconi e progressivamente continua a sgretolarla.






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