Un grande passato
di
Gianluca Dabalà
Dopo l’entrata in servizio venne assegnato alla 7^ (poi 1^) Squadriglia Cacciatorpediniere della 2^ squadra:nel maggio 1916 venne trasferito alla Divisione Esploratori con base a Brindisi, da dove operò nel basso Adriatico, con alcune puntate nelle acque greche.Passò poi alla divisione siluranti, sempre con base a Brindisi ,da dove eseguì scorte al traffico nell’Adriatico, nello Ionio e nel basso Tirreno.Dopo la guerra fu inviato in Medio Oriente, con missioni in acque greche e turche fino a metà agosto 1919; venne poi assegnato per alcuni mesi al Comando Superiore Navale in Albania.Fu a disposizione per missioni particolari e, nel maggio-giugno 1920, sostituì il cacciatorpediniere La Farina ad Antivari come stazionarioPassando all’Ispettorato siluranti, resto’ in Albania fino al novembre 1920, quando venne inviato in alto Adriatico per missioni di sorveglianza. L’8 Dicembre 1920 il Pilade Bronzetti entrò nel porto di Fiume e l’equipaggio, ammutinandosi, si schierò dalla parte dei legionari di Gabrielle D’Annunzio. Dopo l’avventurafiumana si recò a Pola ai primi di gennaio del 1921e, il 16 dello stesso mese, come alla maggior parte delle unità coinvolte nei fatti fiumani, gli venne cambiato il nome, ribattezzandolo Giuseppe Dezza. Per tutto il periodo successivo svolse il lavoro di squadra o a disposizione delle scuole.La sua attivita’, con il passare del tempo, venne sempre più regalata a compiti ausiliari e allo scoppio della guerra si trovava a Messina impegnato nel ruolo di rimorchio bersagli. Nei primi mesi della guerra fù trasferito a Cagliari. Il 9 gennaio 1941 il sommergibile inglese Pandora, aveva affondato i piroscafi Palma e Vldivagna presso capo carbonara e da Cagliari venne inviato il Giuseppe Dezza che, coaudivato dal MAS 502, condusse una caccia serrata al sommergibile, senza pero’ esito. Verso la meta’ del giugno 1941 tornò a Messina , dove effettuò scorte verso la Libia; nel corso di una di queste il 20 agosto 1941 partecipò al salvataggio dei naufraghi della motonave Esperia, affondata 11 miglia al largo del faro di Tripoli. Per tutto il 1942 restò dislocato tra Messina e Cagliari ed 9 gennaio 1943 prestò assistenza al cacciatorpediniere Maestrale danneggiato; il 1° marzo 1943 eseguì, senza successo, una ricerca antisommergibile presso Pola. Restando sempre dislocato in Sicilia effetuò altre scorte verso la Libia; dopo l’invasione della Sicilia venne trasferito a Brindisi e,nell’agosto 1943, a Fiume per lavori di riparazione.L’8 settembre trovandosi sempre a Fiume impossibilitato a muovere, venne parzialmente sabotato dall’equipaggio, ma i tedeschi lo catturarono l’11 settembre successivo. Sottoposto a lunghi lavori di riparazione, entro’ in servizio il 9 giugno 1944 nella Kriesgsmarine con il nominativo di TA 35 e venne assegnato alle scorte lungo la costa dalmata. Il suo servizio fù però assai breve perchè il 17 agosto 1944, mentre percorreva il canale di Fasana, presso Pola, e affondò con 71 vittime tra l’equipaggio. Secondo alcune fonti l’unità venne recuperata e portata a Trieste per riparazioni presso il cantiere San Marco, dove affondo’ durante un bombardamento aereo. Dopo la fine della guerra il relitto sarebbe stato demolito. Ultimamente però, alcuni sommozzatori hanno riferito di aver visto sui fondali al largo di Pola un relitto che, secondo la descrizione fornita, dovrebbe essere il TA 35.






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