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“Correva l’anno 1918, esattamente il 20 gennaio quando il comandante del Breslau per liberarsi dal pericolo fece azionare le eliche a marcia indietro.
Questa manovra fu fatale alla nave. Infatti una quarta e subito dopo una quinta mina scoppiarono all’altezza della plancia. Lo sbandamento aumentò paurosamente e nulla potè più essere tentato per salvare il Breslau. L’incrociatore si impennò e di colpo si inabissò”.

Questo è il racconto di M. Poggi il cui testo è reperibile all’Ufficio storico del Ministero della Marina a Roma. Ma quando inizia la storia del Breslau?

Per capirne di più dobbiamo risalire al 1914 quando ci fu il famoso attentato di Sarajevo. Gli equilibri si erano rotti definitivamente. La macchina politica europea era impazzita. Nello stretto di Messina stazionavano il Goeben e il Breslau due incrociatori tedeschi che agli ordini del Contrammiraglio Souchon costituivano la cosiddetta Divisione del Mediterraneo. Dai loro cannoni furono sparati i primi colpi della guerra navale. Le due navi erano agli ordini del Capitano di Vascello Ackermann, la prima; del Capitano di Fregata Kettner la seconda. Il Breslau era un incrociatore leggero. Stazzava 4500 tonnellate e poteva sviluppare circa 28 nodi di velocità massima. Il timore di un crollo dell’Impero Ottomano aveva spinto nel 1912 il Gran Visir a chiedere l’aiuto delle grandi potenze. All’appello aveva risposto il governo imperiale tedesco offrendo le due unità: il Goeben ed il Breslau. I due incrociatori dopo diverse vicende raggiunsero Costantinopoli. Qui Souchon si trovò all’improvviso in mano la chiave dell’Oriente. L’ambizione di Guglielmo II puntava verso le Indie. L’Inghilterra e la Francia avevano protestato per l’ospitalità accordata alle unite germaniche da parte del governo turco tanto da richiedergli la consegna delle due navi. Invece esse vennero ribattezzate con nomi mussulmani; al Goeben fu imposto il nome di Sultan Selim Jawsus ; al Breslau quello di Midilla. Perduta la battaglia diplomatica, gli alleati applicarono il blocco navale ai Dardanelli. Il 21 settembre 1914 Winston Churchill nella sua qualità di Primo Lord dell’Ammiragliato telegrafò al Vice Ammiraglio Carden comandante dell’Arsenale di Malta: “Assumete il comando della squadra al largo dei Dardanelli. Se il Goeben e il Breslau escono, affondateli senz’altro e non preoccupatevi della bandiera che essi innalzano. Per ora noi non siamo in guerra con la Turchia ma l’Ammiraglio Souchon è effettivamente il comandante della flotta turca di cui i tedeschi hanno assunto il controllo e ne completano gli effettivi. I turchi sono stati già da noi ammoniti. Qualunque loro nave esca dagli stretti con gli incrociatori germanici verrà perciò attaccata quale nostra nemica.”

Il 10 dicembre 1917 i turchi perdettero Gerusalemme. L’insuccesso spinse il Comando Marittimo per ordine della Sublime Porta ad un’azione navale per risollevare le sorti dei turchi. Il nuovo ammiraglio Rebeur - Pascewitz ideò di salpare alla volta dell’isola di Lemnos nella cui baia era ancorato il grosso della flotta inglese onde effettuare una incursione dimostrativa. Il 19 gennaio 1918 personalmente comunicò agli equipaggi del Goeben e del Breslau la progettata missione. All’alba del giorno dopo i due incrociatori si affacciarono nel Mediterraneo seguiti da quattro torpediniere turche e un sottomarino l’U.C. 23. Una volta in mare aperto, dopo mezz’ora una mina esplose a babordo, sotto la prua del Goeben. L’effetto dello scoppio non fu tuttavia tale da arrestare la marcia dell’incrociatore, seguito dal Breslau che si manteneva a breve distanza.

Alle 7.40 due ore dopo essere usciti dai Dardanelli le artiglierie del Goeben presero di mira il semaforo dell’isola di Cefalo e la stazione radio che vennero distrutti ai primi colpi. Nella baia dell’isola erano all’ancora due navi da guerra inglesi e un vapore da carico. Quest’ultimo colpito da una bordata affondò in pochi minuti mentre le due navi furono danneggiate ancor prima di poter reagire all’attacco. Nel frattempo il Breslau spintosi al nord si era imbattuto in due caccia inglesi e li aveva messi in fuga dopo averli cannoneggiati. L’azione era stata così rapida che il comandante Ackermann dette l’ordine alle due navi di virare di bordo onde raggiungere il sud dell’isola di Imbros per poi puntare su Lemnos. Fu qui che si complicarono le cose. Dal nord erano riapparsi i due cacciatorpediniere britannici prima messi in fuga dal Breslau e nel cielo erano comparsi due aerei inglesi. Il Goeben ordinò allora al Breslau di pararglisi davanti per tenere a bada con i suoi pezzi antiaerei gli aeroplani che si andavano avvicinando. Mentre questa manovra si compiva una mina esplose improvvisamente a poppa del Breslau, a tribordo. L’avaria era grave, la nave non era più in grado di manovrare. Il Goeben si diresse alla volta del compagno nella speranza di rimorchiarlo. Ma la sua navigazione fu rallentata dall’allarme gettato dalle vedette; il mare era seminato di mine tanto che se ne scorgevano dovunque. All’orizzonte le navi inglesi che si erano affacciate, attendevano da un momento all’altro la fine delle due unità germaniche. L’ammiraglio tedesco dispose che le due navi facessero di tutto per ravvicinarsi l’una all’altra.

Durante l’esecuzione dell’ordine una seconda esplosione scosse il Goeben che però resistette all’urto. Una squadriglia di cacciatorpediniere inglesi cominciò ad avanzare tanto che al Goeben non restò che tentare la via del ritorno vedendo il Breslau lentamente inabissarsi. Il comandante Von Hippel succeduto al capitano di fregata Kettner e l’ufficiale in seconda perirono con la nave; 162 marinai furono poi raccolti dalle scialuppe dei caccia inglesi ma molti non potettero resistere al freddo dell’acqua.