Testo  di
Claudio Pistocchi e
Lorenzo Ercoli
La Nagato è uno dei relitti piu fondi della laguna di Bikini. Qui l'acqua sembra piu scura, e l'insieme ha un tono vagamente cupo. Pedagnata da due boe, date le dimensioni. Scendiamo sulla boa di poppa, e ci portiamo subito alla quota massima. Il relitto fà ombra, e l'acqua non è limpidissima quest'oggi.
La Nagato giace capovolta, adagiata sulle torrette dei suoi giganteschi cannoni.
L'altissima torre che una volta svettava sul ponte, giace crollata a fianco del relitto. Centinaia e centinaia di pezzi sparpagliati sul fondo. Numerosi gli ambienti che si potrebbero penetrare, ma il tempo sfugge e la quota è degna di rispetto. Passiamo sul fondo, con il ponte di coperta che ci fà da cielo. Le gigantesche catene delle ancore piovono dal soffitto per perdersi nella sabbia. Una parte dela coperta appoggia su di un lieve pendio, una volta in questo punto, la luce che proviene dall'esterno è di un azzurro intenso, ed i giganteschi cannoni si stagliano in controluce. Le ogive fanno impressione, e ci vuole un poco ad abituarsi a tutto questo mondo sottosopra. Risaliamo verso la poppa, la luce aumenta. Ma ecco una nuova ombra, è il timone. Gigantesco come tutto il resto, in controluce verso la superficie. Ma ecco apparire nell'acqua adesso piu limpida prima una, poi due, poi tre delle quattro eliche della Nagato. Un sub a mala pena arriva a metà di una delle sue pale. Risaliamo lenti verso la lunga decompressione che ci attende, spesa attaccati al trapezio ciucciando miscela iperossigenata. Giocando fra noi e guardando ombre di grossi e non identificati pesci che nuotano sopra lo scafo capovolto. Mondo irreale di gigantesche cose messe sottosopra.






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