Testo  di
Luigi Romano
Navigando da RAS MOHAMMAD verso W per circa un’ora si avvista il grande reef affiorante di BEACON ROCK, segnalato da una lanterna nautica. Sulla punta di BR si trova un solido ancoraggio fisso: da qui si pinneggia verso il relitto del Dunraven, affondato a una settantina di metri di distanza lungo la parete esterna del reef. Oggi, chi si immerge sul relitto, a 28 metri di profondità, incontra per prima la poppa della nave che mostra la grande elica ed il timone rivolti verso la superficie ed ornati di alcionari. Tutta la chiglia è pressochè integra e abbondantemente concrezionata di corallo. E’ possibile entrare nello scafo da uno degli squarci che provocarono l’affondamento; l’interno è molto scuro ed il fondo è ricoperto di sabbia, fango e detriti. Nella zona centrale delle stive si nota la grande caldaia a carbon, intorno alla quale i piccoli glassfish offrono uno spettacolo eccezionale tra le lame di luce che filtrano dallo scafo. Alcune grosse cernie Malabar hanno scelto il relitto come loro rifugio. Risalendo lungo la nave, a circa 16 metri di profondità, si giunge alla prua, dove sono evidenti gli anelli che fermavano il bompresso ormai scomparso. Dalle cubie pende la grande catena, mentre l’ancora è distante sul reef. Sul fondale, verso il mare aperto, sono dispersi gli elementi dell’armatura del ponte, nonché i due alberi su uno dei quali si distingue ancora la coffa.






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