Testo  di
Massimo Vaccaro
10 Giugno 2000, è una bella giornata per immergersi e decidiamo di cogliere l'occasione del nostro esame NITROX un’immersione sul Cargo Armato di Sestri. Sotto la guida del nostro istruttore "Franz" Girali ci dirigiamo verso l'Odissea Diving Center di Lavagna e, dopo un lungo viaggio dovuto alle estenuanti code sempre presenti sull'autostrada della CISA, giungiamo a destinazione, prepariamo l'attrezzatura e....cominciamo a scendere.
La nave si trova a 39 mt. di profondità (ideale l’utilizzo di EAN32 che ci permetterà di avere un tempo di fondo di circa 20 min.), questo è il punto più basso in corrispondenza della prua, dove c'è un infossamento nella sabbia dovuto alla corrente. La caduta nel blu è spettacolare, la visibilità ottima e già dai 20 mt. cominciamo a vedere la sagoma della nave, spezzata in due tronconi, in perfetto assetto di navigazione verso il mare aperto. La visione è emozionante, siamo tutti ansiosi di iniziare l'esplorazione e, dopo l'ok di rito, non ci resta che cominciare.
Ci dirigiamo verso la prua lasciando l'esplorazione della parte poppiera ad un'altra immersione, la visione del ponte è impressionante, la nave è enorme, i punti di penetrazione sono innumerevoli, ma, anche se vorremo buttarci dentro a capofitto, cerchiamo di contenerci. Sul nostro cammino incontriamo i supporti delle mitragliatrici che armavano la nave (peccato che qualcuno abbia già pensato a recuperare l'armamento, sarebbe stato un bel pezzo di arredamento per il salotto!). Eccoci giunti al castello di prua, quello che vediamo ha un che di spettrale, qualcosa che un tempo era vivo, dei luoghi dove si trovavano delle persone che stavano facendo qualcosa, ignari di quello che stava per succedere...ed ecco l'imprevisto, un'esplosione e questo gigante del mare si ritrova a 40 mt. di profondità, circondato da una nuvola di pesci che l’hanno adibito a loro rifugio assieme a numerose altre forme di vita. Nuotiamo verso la prua per spostarci verso l'esterno della nave. Ci portiamo ad una decina di metri davanti ad essa, scendiamo di quota ed osserviamo l'immensa prua...Nuotando contro di essa sembra quasi che sia il cargo a navigare verso di noi quasi come se fosse una nave fantasma.. Raggiunto lo squarcio sul ponte di prua entriamo lentamente, facendo attenzione a non sollevare sedimento. Siamo in quelli che erano gli alloggi dell'equipaggio, ormai non è rimasto molto, ma la cosa è comunque emozionante. Da qui, attraverso il pavimento, possiamo vedere il secondo ponte, lì ci sono le cucine, almeno così sembra dai cocci che si possono trovare. Dalle cucine è poi facile accedere alle stive. Vorremmo rimanere qui per ore per continuare ad esplorare, ma il tempo non lo permette, dobbiamo iniziare a muoverci verso la cima dell'ancora per la risalita. Abbiamo ancora della strada da fare prima di risalire e sono innumerevoli le cose che si possono ancora vedere, come le numerose forme di vita e incrostazioni che popolano il ponte di prua e non solo, la nave è avvolta da nuvole di castagnole e non è raro vedere delle ricciole in caccia... ...ma da buoni relittari (come vogliamo diventare) la nostra attenzione ricade sui particolari della nave e ci continuiamo a chiedere cosa possa aver vissuto l'equipaggio in quei tragici momenti, cosa stava pensando, cercando di immaginarci le scene come in un vecchio documentario di guerra in bianco e nero. Chi sarà stato l'ultimo a passare su quel tratto di ponte? Cosa ci faceva lì? Sarà sopravvissuto? E il resto dell'equipaggio dov'era? Domande senza risposta che avvolgono di mistero la storia di questa nave a noi sconosciuta e che possiamo solo ammirare per quello che è ora...un relitto.






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