La storia
di
Cristian Magnani
La Rosalie Moller fu costruita a Glasgow dalla Barclay Curle & Co., fu varata sotto il nome di "Francis" nel gennaio del 1910 e prese immediato servizio con la Booth Shipping Line. Era una nave elegante per i suoi giorni – che, dopo tutto, erano quelli nei quali i tanto amati velieri non rappresentavano del tutto cose del passato. Era lunga 108.2 metri e stazzava 3,963 tonnellate. I suoi motori a tripla espansione erano in grado di spingerla alla considerevole velocità di 10 nodi.
Nel Marzo del 1931 fu venduta alla Moller Line del Lancashire e ribattezzata "Rosalie Moller". Fino ad allora il naviglio aveva solcato le acque costiere britanniche ed europee, ma la Moller ben presto inviò il cargo ad operare in Cina sulla rotta tra Shanghai and Tsingtao.
Alla fine degli anni trenta la Guerra era alle porte e la Moller Line sapeva bene che, se la Guerra fosse stata dichiarata, non avrebbe rivisto molte delle proprie navi, poiché "Perdita o danneggiamento a causa di guerra" rappresenta ancora una fattispecie di esclusione del risarcimento in quasi tutte le polizze d’assicurazione. Tuttavia non c’era altra soluzione ed infatti nel 1940 la Rosalie Moller era di nuovo a Liverpool e fu messa sotto il commando dell’esperto Capitano James Byrne ( Baslom, secondo altre fonti). Comunque la Rosalie Moller era ormai una vecchia nave ed il macchinista capo doveva fare del suo meglio affinché le macchine fossero in grado di assolvere il loro compito. Adesso era in grado di raggiungere solo le 7 miglia orarie. Ma anche così era l’ideale per il trasporto del carbone e dette presto il suo contributo trasportando fino a 4,500 tonnellate di carbone Best Welsh in qualunque porto la Royal Navy lo richiedesse.
La British Navy aveva scoperto il valore del "Best Welsh" molti anni prima: esso bruciava meglio e produceva poco fumo. Il beneficio, in tempo di guerra, per un paese che aveva gran parte della flotta costituita da navi a vapore, era evidente: la Marina britannica era in grado di individuare le navi nemiche prima che queste potessero fare altrettanto.
La “Forza K” della Royal Navy di stanza a Malta aveva bisogno di rifornimenti, cosicché nel Luglio del 1941 la Rosalie Moller caricò a Cardiff 4.680 tonnellate di carbone e fece rotta verso Alessandria d’Egitto. Con le forze dell’Asse che controllavano lo Stretto di Gibilterra, l’unica rotta sicura era quella che costeggiava le coste occidentali dell’Africa, doppiava il Capo di Buona Speranza e quindi risaliva l’Oceano Indiano.
Fu un viaggio lungo e privo di inconvenienti: l’11 Settembre la Rosalie Moller lasciò l’ormeggio di Durban e, dopo un’altra breve sosta ad Aden, entrò finalmente nel Mar Rosso, diretta verso il Golfo di Suez.
Risalito il mar Rosso trovo il canale bloccato a causa della collisione di due navi e le fu assegnato “ ancoraggio sicuro H” in attesa di ulteriori istruzioni. Il comandante diede fondo all’ancora di tribordo con circa 200 metri di catena e la lieve corrente spinse indietro la grande nave. Il fondale garantiva una presa sicura e le macchine furono spente. Tutto ciò che potevano fare, ora, era attendere.
Allo stesso modo attendeva, con il suo carico ben più prezioso, il Thistlegorm, fermo da ormai 2 settimane nella zona di ancoraggio sicuro indicata con la lettera F.
Fino ad allora le zone di ancoraggio sicuro erano state esattamente tali: sicure. Raramente navi ed aerei nemici si avventuravano così a Sud. Tuttavia tutto ciò cambio quando il servizio segreto tedesco ricevette informazioni riguardanti una grande nave trasporto truppe (probabilmente la Queen Mary) in procinto di raggiungere il canale di Suez con 1200 soldati britannici destinati a rafforzare le guarnigioni di stanza in Nord Africa.
Ormai padroni delle nuove tecniche di volo notturno gli Heinkel He 111 della Seconda Squadriglia Ventiseiesima Kamp Geswader stanziati a Creta, furono allertati per la possibile presenza di un bersaglio così importante. Il loro incarico era di ricercare e distruggere. Nella notte del 5 Ottobre 1941, due bimotori Heinkel attraversarono le coste settentrionali dell’Egitto diretti a Sud Est in cerca della loro preda.
Attaccarono ed affondarono il Thistlegorm alle 01:30 antimeridiane del 6 Ottobre 1941, facendo detonare parte delle munizioni che essa trasportava. Il cielo fu rischiarato dall’esplosione rivelando la presenza di diverse imbarcazioni all’ancora. Da quel momento ognuno sapeva che gli aerei sarebbero tornati.
48 ore più tardi, nella notte del 7 Ottobre 1941, il Capitano Byrne e la sua truppa, non sapevano che altri due Heinkel avevano sorvolato le coste settentrionali dell’Egitto ed erano diretti a Sud, puntando proprio su di loro. Anche se lo avessero saputo non avrebbero potuto far nulla.
Il Capitano Byrne, che dormiva nella sua cabina, fu svegliato dal rumore dei motori, corse sul ponte e vide i due caccia tedeschi sorvolare la nave e lanciare le bombe.
Questa la sua dichiarazione riportata dal Diario di Guerra:
"Due bombe lanciate, una colpì la stiva 3 alle ore 00:45 antimeridiane. Il Vascello affondò alle are 01:40 del giorno 8 Ottobre 1941, due membri dell’equipaggio perirono."
Tratto dallo stesso Diario di Guerra, in data 10 Ottobre 1941, il messaggio che l’Ammiragliato britannico inviò a Washington :
"(1) Le seguenti navi ora giacciono affondate nel Mar Rosso e lungo le adiacenti coste Nordorientali dell’africa. Nel Golfo di Suez e nello stretto di Jubal il THISTLEGORM (4,898 tonnellate di stazza, bombardato e pesantemente danneggiato)..... ROSALIE MOLLER (3,963 tonnellate di stazza, bombardato)...."
Fu così che, nel lasso di due giorni tanto il Thistlegorm quanto la Rosalie Moller furono affondate con la perdita, in totale, di 11 vite umane.
Dopo la fine del conflitto, la penuria di materie prime fece sì che molte navi affondate venissero recuperate, mentre altre, ritenute pericolose per la navigazione, furono smantellate. Probabilmente il personale addetto al recupero commise un errore nell’identificare la nave, tant’è che sia nei registri della Booth Line sia in quelli della Moller Line, la Rosalie Moller risulta “recuperata e smantellata”, anche se ciò, noi lo sappiamo bene, è impossibile!

Nel dicembre del 1998 un giornalista subacqueo inglese si immerse sul relitto della Rosalie. A quei tempi era meno famosa di ora, ma molti subacquei dovevano conoscerla di già, visto che la trovò spogliata di ogni oggetto asportabile. Anche la cassetta di sicurezza del comandante era stata forzata.
I portelli delle stive, così come il ponte di legno, avevano ceduto, rivelando il carico e il ventre della nave, mentre il fumaiolo, ornato dalla caratteristica lettera M della Moller Lines, era ancora al suo posto.






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