Testo  di
Fabio Tuzzolino
La gente di Sferracavallo era ormai abituata alle incursioni degli aerei nemici durante la seconda guerra mondiale...Quella mattina erano circa le 11.30 quando nei cieli spuntò uno Junker tedesco in fiamme. Il pilota cercava disperatamente di tenere l'aereo in quota, ma tutto ormai era perduto. Lo aveva capito bene l'equipaggio, sarebbero morti di lì a poco… e l'aereo continuava a perdere quota inesorabilmente. L'unica cosa che potevano fare era dare sfogo al loro stato d'animo sparando all'impazzata... già, sparando contro quel destino di morte fatale: erano stati colpiti dalla contraerea nemica nei pressi di Palermo. Precipitando con i mitragliatori che continuavano a scagliare proiettili, ferivano mortalmente un uomo mentre tutto finiva con il terribile impatto sul mare che toglieva la vita agli ennesimi soldati vittime di quella guerra assurda. Tutto questo accadeva tra l'isolotto delle Femmine e Sferracavallo. Era il mese di aprile dell'anno 1942. L'aereo, dopo il violentissimo impatto sul mare, s'inabissava nel blu fermandosi a circa 47 metri di profondità sul fondo sabbioso, mettendo così fine alla sua opera di morte e trasformandosi in un relitto che presto, con l'avvento della subacquea, sarebbe stato meta di molti appassionati. Questa è la storia raccontata, oggi, da un pescatore che allora aveva 11 anni. Oggi ne ha 70 e racconta quella giornata come se fosse ieri…






 <<<

 scheda

 immersione

 immergersi con

 pubblicazioni