Uno dei relitti più famosi
di
Massimo Vaccaro
La S.S. Thistlegorm (matr. 03496/41, classe 100 A.I. Lloyd’s), era un cargo inglese costruito nel 1940 nei cantieri Thompson & Sons a Sunderland con finanziamenti del Governo inglese. Era una delle navi destinate ad accrescere la flotta Albyn Line Lrd (il prefisso Thistle venne utilizzato per gran parte della serie) ma è stata subito requisita dalla Royal Navy per esigenze belliche. 9009 tonnellate di stazza, spinta da un motore a vapore a tre cilindri a tripla espansione da 1860 cavalli, lunga 130 mt. e larga 18, armata con un cannone da 120 mm. posizionato a poppa ed una mitragliatrice pesante posta dietro di esso. Venne utilizzata nell’ambito dell’ “Operazione Crusader” per rifornire di mezzi ed equipaggiamenti le truppe della 8th Army, destinata a lanciare una nuova offensiva alle truppe di Rommel sul fronte nord-africano. Le missioni precedenti l’avevano portata negli Stati Uniti, con un carico costituito da parti d’aereo e materiali ferroviari, poi nelle Indie Orientali ed in Argentina per trasporto di viveri.
La strada che doveva percorrere in quello che sarebbe stato il suo ultimo viaggio era lunga. Partita da Glasgow seguì la rotta di Cape Town in quanto il Mediterraneo era diventato troppo pericoloso in seguito all’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940. Gli unici tentativi di accorciare il tragitto da Gibilterra furono portati a termine da navi veloci che, di contro, non potevano trasportare tutto l’equipaggiamento richiesto. Per navi di grossa stazza era d’obbligo circumnavigare l’Africa.
All’interno delle sue stive si trovavano fucili Lee Enfield Mark III, munizioni (dalle granate da 4,7” alle cartucce .303”), pezzi di ricambio per automezzi, pneumatici Dunlop, motociclette BSA M20 e Triumph 3SW, jeep tipo Willis, camion Bedford, vetture Morris, due cingolati Bren Carriers MKII della Vickers Armstrong da 4,5 tonnellate e due locomotive Stanier 8F 0-6-0 oltre agli equipaggiamenti personali per le truppe (stivali Wellington, medicinali, sacchi a pelo, ecc.).
Giunta a Cape Town si affianca alla sua scorta, l’H.M.S. Carlisle, per iniziare a risalire lungo la costa orientale africana in direzione di Suez da cui avrebbe poi raggiunto il porto di Alessandria dove l’attendeva la 8th Army.
Il 4 ottobre 1941 le due navi entravano nelle acque del Mar Rosso, mancava un solo giorno a raggiungere Suez.
Dal momento che questa zona era sovente oggetto di raid aerei da parte della Luftwaffe venne ordinato al convoglio di ripararsi a sud, nelle acque del Golfo di Gubal.
Il 5 ottobre la Thistlegorm e la Carlisle gettano l’ancora nei pressi di Sh’ab Ali ed attendono, assieme ad altre navi, l’ordine per poter proseguire.
Nella mattinata dello stesso giorno un U-Boot tedesco di pattuglia nelle acque del mare arabo avvistò il piroscafo Queen Mary scortato da due cacciatorpediniere. Non riuscendo a sferrare l’attacco a causa della sua velocità (circa 26 nodi), venne prontamente informato il quartier generale delle forze sottomarine a Lorient in Francia sulla posizione, velocità e rotta del convoglio. Contemporaneamente la B-Dienst (il servizio segreto di intercettazione radio) intercettava e decodifica un messaggio cifrato inglese rivelando che la Queen Mary (convoglio “Winston Special” WS12) era una nave per trasporto truppe, con a bordo 12000 soldati australiani destinati a rinforzare le truppe della 8th Army.
Presa coscienza della destinazione della nave il comando tedesco ordinò alla Luftwaffe di sferrare un attacco al convoglio.
Alle ore 20.00 del 5 ottobre dalla base di Heraklion a Creta decollavano due Heinkel He111 appartenenti al 2° squadrone del 26° Kamp Geswader con rotta sud-est verso Suez.
Giunti sull’obiettivo, la sorpresa. La Queen Mary, su ordine del Comando Superiore della Marina, aveva avuto la priorità sulle altre navi in attesa a Suez ed aveva passato lo stretto già da due ore. Poiché il carburante caricato non era sufficiente per raggiungere l’obiettivo, portare a termine la missione e rientrare alla base, i piloti decisero di cercare altri obiettivi ad est, verso lo stretto di Gubal dove sapevano trovarsi le navi nemiche in attesa di passare lo stretto.
Giunti nei pressi di Sha’ab Ali alle ore 1.00 circa armano le bombe, scesero di quota e attaccarono il primo obiettivo che gli si presentava contro. La Thistlegorm.
Nonostante l’attacco non fosse stato condotto di sorpresa le cose avvennero talmente in fretta che quasi nessuno se non accorse.
La Carlisle, avvistati gli aerei nemici, non fece fuoco per paura di colpire la Thistlegorm vista la bassa quota tenuta dagli Heinkel, dall’altra parte l’equipaggio della Thistlegorm ritenne che gli aerei fossero inglesi dal momento che la nave scorta non apriva il fuoco. E’ un attimo, ed ecco cadere quattro bombe da 500 libbre. Solo due di queste colpirono la nave, una delle quali direttamente sul ponte numero 4, vicino al deposito delle munizioni. L’esplosione provocò un incendio che si espanse rapidamente fino a raggiungere e a far esplodere le munizioni.
La nave si spezzò e cominciò ad affondare, i marinai calarono le scialuppe, molti si gettanoro in mare per fuggire alle fiamme. 9 dei 39 componenti dell’equipaggio persero la vita in questa tragedia, i superstiti vennero raccolti dalla Carlisle e sbarcati successivamente a Port Tewfick. Nessuno ricevette un indennizzo per quanto subito, solo Angus McLeay, ultimo marinai a lasciare la nave, che ha soccorso un cannoniere intrappolato in mezzo alle fiamme, venne insignito della George Medal. Cattiva sorte toccò anche ai due Heinkel, abbattuti dalla contraerea della RAF. I piloti sopravvissero e attesero la fine della guerra in prigionia.
Della Thistlegorm vennero poi perse completamente le tracce fino agli anni ’50 quando compare come protagonista nel film “Il mondo del silenzio” di Louis Malle. Film documentario girato assieme all’equipe della Calypso comandata da Jacques Cousteau che ha ritrovato la nave e recuperato alcuni cimeli tra cui la campana. Purtroppo la pubblicazione errata delle coordinate del relitto ne fece nuovamente perdere le tracce fino al 1992 quando venne ritrovato da un gruppo di subacquei che decisero di immergersi in un punto dove spesso andavano a pescare i beduini e, sopresa, si ritrovarono sul ponte.
Per alcuni anni la nave fu oggetto di vandalismi fin quando il governo egiziano decise di proteggere l’area facendola diventare “Museo della Seconda Guerra Mondiale”.






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