L'ultimo viaggio
di
Marco Mazzotta
Il 1 Dicembre 1942 procedeva in convoglio insieme alla nave Capitano Sauro da Livorno a Bastia ove avrebbe sbarcato un contingente di marinai Italiani. A causa degli sbarramenti dei campi minati, stesi per proteggere la costa, era impossibile raggiungere Bastia per via diretta ed i convogli dovevano necessariamente compiere un lungo “gancio” entro un corridoio libero da ordigni esplosivi fino alle secche di Vada. Proprio mentre doppiavano il faro di Vada, il comandante del Capitano Sauro che procedeva in coda al convoglio assiste ad un’improvvisa virata a destra del Tabarca poi alla sua esplosione. La nave affonda quasi subito portandosi dietro ben 241 marinai di cui solo 42 salme verranno recuperate. I sopravvissuti saranno solo 8. Fonti ufficiali della Marina Italiana indicano che l’affondamento sia avvenuto a causa di un siluramento da parte di un sottomarino nemico. Però, in un controllo effettuato presso gli archivi delle forze alleate, nessuna unità navale si attribuisce la responsabilità dell’affondamento. Non è certo quindi se la nave sia affondata per siluramento, per mina o per altre cause attualmente ignote.






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